https://youtu.be/whqHMBTTK-4
Nell’universo delle forme musicali che accompagnano la storia dell’umanità, il Preludio rappresenta forse il momento compositivo più intimo e poetico che i grandi autori hanno utilizzato per esprimere con libertà uno stato d’animo, un ricordo, un’emozione. Nato sin dal ‘500 come brano esclusivamente strumentale da porre Pre-Ludo cioè prima del gioco, antecedente alle danze, questo progressivamente acquista sempre più nel corso dei secoli un’autonomia importante e, sebbene J. S. Bach lo accosterà quasi sempre alla Fuga, ne cristallizzerà la forma libera anche nelle Suite. Con l’arrivo dei Romantici e degli Impressionisti esso diventerà poi fonte di un momento creativo assolutamente scevro da qualsiasi condizionamento. L’idea di accostare ad ogni Preludio delle opere composte da J.S.Bach per Lautenwerk (una sorta di piccolo cembalo con le corde di budello che riproduceva il suono del liuto) con i Preludi di H. Villa-Lobos (gemme compositive del genio brasiliano), nasce esclusivamente dalla fantasia dell’esecutore che, attraverso un processo interpretativo basato su assonanze armoniche, ritmiche, dinamiche e timbriche instaura una sorta di dialogo fra le opere dei due compositori evidenziate ancor di più dalla influenza musicale che gli immortali brani di Bach ebbero nella nascita e nello sviluppo delle opere di H. Villa-Lobos. In questa ottica vi è lo scorrere infinito, per esempio, delle terzine in 12/8 del Preludio BWV 998 che, come fiocchi di neve ondeggianti, rivivono nel valzer in 6/4 del Preludio n°5 che, grazie alla sua metrica e alla simile discesa melodica, galleggia sospeso nei salotti della borghesia brasiliana. O ancora il Preludio BWV 1006/a, nato in realtà come Sinfonia di una Cantata scritta per un matrimonio e poi utilizzata per diversi organici strumentali, che assume nel Preludio n°2 un simile carattere conviviale e sociale venendo dedicato dall’autore ad un malandrino (personaggio dei salotti borghesi che adescava nobildonne) attraverso un utilizzo sapiente del rubato e dei sincopati. Certo la struttura formale utilizzata da Bach non è paragonabile a quella di Villa-Lobos. La lucidità e l’estremo rigore matematico del primo contrastano con l’assenza di cellule ritmico-melodiche comuni ai due temi dai quali è composto ogni Preludio del secondo. Ma mentre le opere di Bach rappresentano uno sguardo sulla natura incontaminata libera dai danneggiamenti dell’uomo, i due temi dei quali è composto ogni Preludio di Villa-Lobos raccontano la storia di un uomo, del suo tempo. Un uomo che porta dentro di se i suoi avi e la sua storia. E’ sempre presente infatti in Villa- Lobos il dualismo tra l’uomo dei salotti borghesi e l’Indio dell’Amazzonia, l’eleganza, le buone maniere e l’ipocrisia del primo che spesso contrastano con la rude ma poetica naturalità del secondo. E’ così che, se il pensiero e lo sguardo di Bach nei suoi Preludi sono sempre rivolti a Dio o meglio alla perfezione dell’Universo, i ricordi, le emozioni e i pensieri di Villa-Lobos vanno all’uomo e alle sue imperfezioni, alla sua umanità universale che rende altrettanto meraviglioso l’ Essere Umano imperfetto.
Recorded in January 2022 at Red Devil Studio
Mix and Mastering Andrea Salcito